Il fuorigioco

Luciano Bianciardi
Il fuorigioco mi sta antipatico
Il calcio, i politici, gli intellettuali, l'Italia tra il boom e gli anni di piombo, nelle risposte ai lettori del "Guerin Sportivo"
Viterbo, Stampa Alternativa, 2006
Scheda

"Il fuori gioco mi sta antipatico, come tutte le regole che limitano la libertà di movimento e di parcheggio". "Il divorzio, di qualunque tipo, è un rattoppo su qualcosa di finito male. La battaglia per il divorzio è una battaglia di retrovia. Occorre battersi contro il matrimonio". "Se vogliamo che le cose cambino, occorre occupare le banche e far saltare la televisione. Non c’è altra possibile soluzione rivoluzionaria". Riproposta per la prima volta completa la corrispondenza con i lettori che Bianciardi tenne dal 1970 al giorno della sua morte sul “Guerin Sportivo”, diretto allora dal mitico Gianni Brera. Ancor più che nei suoi romanzi, con la stessa drammaticità di Pasolini, ma con più nitore, viene fuori la summa del pensiero bianciardiano, la sua utopia visionaria ed anarchica, la sua denuncia dei mali della società del benessere e dei consumi. Probabilmente si tratta del vero e completo testamento morale, politico e sociale di Bianciardi, oggi leggibile come un manuale per la comprensione del nostro mondo e per la prevenzione degli errori e dei mali che lo affliggono: a partire dal calcio, per coinvolgere tutta la società.

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