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Le storie del Milan

M. Ansani, G. Cervi, G. Sacco, C. Sanfilippo
1899
A.C. Milan. Le storie
Milano, Hoepli, 2019
Scheda
Sito
Rassegna stampa

120 anni di storia sentimentale in rosso e nero. Dal Milan delle origini ai nostri giorni: scudetti, coppe, palloni d'oro, partite epiche, stadi di tutto il mondo e soprattutto campioni leggendari raccontati come in un grande romanzo popolare. Una passione tramandata di generazione in generazione, dagli albori al Gre-No-Li, da Schiaffino a Rivera, da Rocco a Sacchi, dalla dinastia Maldini a Van Basten e a Shevchenko, passando per Wembley, la ‘fatal Verona’, Barcellona, Atene, Istanbul e ancora Atene, e in attesa della riscossa.

"Di storie antiche e recenti delle squadre di calcio son piene librerie e bancarelle. Con uno spettro che va dall'onesto e in qualche raro caso ricercato percorso storico, alla marchetta tout court. La vostra è decisamente fuori catalogo: non a caso per venirne a capo vi siete messi in quattro. Ma in quattro vi siete anche fatti. Per l'accuratezza nella ricerca delle fonti, la qualità della scrittura, il gioco di incastri tematici che mi ha ricordato i tempi in cui le pagine di giornale erano impreziosite dalla manchette, che almeno a me rubava l'occhio ben più dell'articolo portante. Dove le foto, se c'erano, non erano le gigantografie riempitive di oggi perché era la scrittura stessa ad illustrare i racconti o i personaggi.
Lo dico perché nelle vostre Storie rossonere di foto non c'è meritoriamente traccia e tutto è affidato alla potenza evocativa della parola. Così Carletto Annovazzi, per dirne uno, è un bel moro dai capelli crespi e le sopracciglia folte che tendono alla continuità frontale, un naso a patata e uno sguardo dalla bonarietà schietta e rassicurante. Tell lì, el negher de viale Umbria, fatto e sputato. Senza bisogno di immaginetta, tanto meno dei tempi di lettura della spaventevole Gazzetta dei nostri giorni.
Ci metterò un bel po' ad arrivare in fondo, chissà se ripartendo dall'inizio. Per ora ho divorato gli anni '50 e l'epopea del mio amato Paròn. A proposito, grazie delle citazioni che tanto mi fanno girar le balle quando sbucano a tradimento da trasmissioni o libercoli di terz'ordine, e tanto mi titillano quel po' di senile vanità in un'opera di questo livello. Per ora il mio capitolo preferito è 'Il Milan al cinematografo'. Conoscevo per ragioni anagrafiche la storia della 'Settimana Incom', non quella di Giacomo Debenedetti e del suo stentoreo doppiatore. Conto di gustarmene altre un po' alla volta. E vi ringrazio di avermi risolto almeno uno dei classici problemi natalizi: per quest'anno agli amici milanisti non vino ma opere di Milan".

Gigi Garanzini

L'epopea del West Ham

Roberto Pivato
Moore than a football club
Praga, Urbone, 2016
Scheda

Wembley, 2 maggio 1964: il West Ham batte all'ultimo minuto il Preston North End e conquista la sua prima FA Cup. Stesso luogo, un anno dopo, 19 maggio 1965: superando per 2-0 il Monaco 1860 gli Hammers alzano al cielo londinese la Coppa delle Coppe, il loro primo titolo continentale, alla loro prima apparizione in Europa. Passa un altro anno: a Wembley Bobby Moore solleva il suo terzo trofeo in tre anni, stavolta con la nazionale inglese da lui capitanata. Il 30 luglio 1966 una rete di Martin Peters e la tripletta di Geoff Hurst abbattono la Germania Ovest, consegnando all'Inghilterra la sua unica Coppa Rimet, un successo a fortissime tinte claret-blue.
Nell'anno della demolizione di Boleyn Ground, la storica casa degli Irons, quest'opera ripercorre l'epopea del West Ham di metà anni '60, attraverso il racconto del cammino in FA Cup e nella Coppa delle Coppe, con un occhio particolare a coloro che di quelle imprese sono stati i protagonisti e con un excursus su tutte le apparizioni del club di Newham in Europa.

"Così si gioca solo in paradiso"

Giancarlo Dotto
La squadra perfetta. 
Perché il Milan allenato da Sacchi ha giocato il miglior calcio della storia
Milano, Mondadori, 2008
Scheda

La perfezione è di questo mondo? Si può parlare di squadra perfetta come si parla di delitto perfetto? Ha senso sostenere che un gruppo di calciatori, nell'arco di un breve periodo di tempo, è stato il team perfetto, o almeno la migliore delle squadre umanamente possibili, in ogni tempo e paese? Vent'anni fa, nel 1988, il Milan allenato da Arrigo Sacchi e ricordato da tutti come quello dei tre olandesi (ma anche di Franco Baresi, di Roberto Donadoni, di Paolo Maldini e di tanti altri campioni che hanno segnato la storia di questo sport) vinse lo scudetto, annientando nella loro tana Maradona e compagni. Di loro si disse: "Così si gioca solo in paradiso". E fu solo la prima di tante imprese straordinarie messe a segno in Europa e nel mondo: un'epopea paragonabile a ben pochi altri momenti nella storia del pallone.

Con passione, intelligenza e non poco gusto per la provocazione, Giancarlo Dotto, una delle penne più argute ed eclettiche del nostro giornalismo, ci propone una tesi ardita ma non certo infondata: quella squadra ha rappresentato quanto di meglio si sia mai visto in un campo da gioco. E ci fa rivivere la storia di un gruppo di uomini che, per quattro anni, ha cercato - e spesso trovato - la perfezione calcistica.


È mai esistita una squadra di calcio perfetta? Una squadra potenzialmente imbattibile, una squadra di fronte alla quale chiunque, anche il più accanito tifoso di avverso schieramento, non può non rimanere impressionato e ammirato? Giancarlo Dotto, un po' provocatoriamente, sostiene di sì: se nella storia del calcio una squadra ha mai raggiunto il livello della perfezione, quella è stata il Milan guidato da Arrigo Sacchi. "La squadra perfetta" è la storia di un gruppo di calciatori che per alcune stagioni è stato invincibile e di tutte le altre squadre che, prima e dopo, spesso solo per un dettaglio, perfette non sono state. È la storia di un allenatore e di uno straordinario gruppo di lavoro, a vent'anni esatti dal suo primo grande trionfo, lo scudetto del 1988.


Recensione di Cesare Balbo, "Il Sole 24 ore"

El Clásico

Richard Fitzpatrick
El Clásico: Barcelona v Real Madrid
Football's Greatest Rivalry 
London, Bloomsbury, 2012
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Barcelona and Real Madrid: two of the most powerful and popular clubs in world football, and one of the world's most bitter sporting rivalries. Going far beyond the boundaries of just sport alone, this is a rivalry at the heart of Spanish life, taking in politics and culture and splitting a country in two.

El Clásico gets to the heart of that rivalry, investigating the intrigue, the larger-than-life characters, the key flashpoints and their consequences. From civil war bloodshed to 40 years of fascism and links with General Franco, the clubs' shared history is the stuff of a Robert Harris novel and includes: murdered presidents from both clubs, player kidnappings, acts of hooliganism - and that's before you start thinking of the volatile football matches themselves.

The book contains numerous interviews with key figures such as Luís Figo and Hristo Stoichkov (two of the main hate figures from both clubs), Joan Laporta (Barcelona's most successful president and, having entered politics, Catalonian separatism's poster boy) and various ex-players, ex-managers, agents, referees, hooligans, editors, historians, sociologists, filmmakers, novelists, photographers, TV presenters and celebrity fans.

The two clubs are packed with international superstar players - including the world's two best players in Leo Messi and Cristiano Ronaldo - and 10 of the starting 11 players from Spain's 2010 World Cup final victory play with either Barcelona or Real Madrid.

This is a story with resonance around the sporting world, with many instantly recognisable figures to an international audience such as Jose Mourinho. But it is also a tale of a country divided by a bitter rivalry.

Recensioni:
Tim Lewis, "The Observer"
Simon Redfern, "The Indipendent"

Busby Babes

Mike Prestage
United
The Busby Era
Derby,  Breedon, 2002 (nuova edizione, Derby Books, 2011)
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When Manchester United's directors appointed Matt Busby manager in 1945 they made probably the most significant decision in the club's history. Busby inherited a club with no home - Old Trafford had been badly damaged by German bombs during the war and United were playing their home games at Maine Road - but the former Scottish international wing-hald began to rebuild from the ashes. In his first six years in charge, United never finished lower than fourth in the top flight. Then fresh talent began to emerge and with Roger Byrne as his captain, Busby took the club to consecutive League titles in 1956 and 1957, in the second of those years coming close to becoming the first modern manager to steer a team to the League and Cup double. In 'United - The Busby Era', Mike Prestage talks to players from each of the three great sides, and tells the story of the 25 years which established Manchester United for ever as the world's greatest club. Without the Busby infuence it is doubtful whether United would today enjoy such dominance in world football.

Men of Magic

Max Arthur
The Busby Babes: Men of Magic
Edinburgh, Mainstream Publ., 1998 (prima ed.), 2008 (seconda ed.)

Scheda e anteprima 
Recensioni: Julian Taylor (BBC Sport)

On 6 February 1958, a plane took off from a snowy Munich airport carrying probably the finest club side the world has ever known. Moments later, the aircraft crashed, killing some of the most legendary names in British football. This book is dedicated to those players - Roger Byrne, Tommy Taylor, the mighty Duncan Edwards and the others whose lives were cut off in their prime - and their indomitable manager, Sir Matt Busby.
Max Arthur has sought out all the players who survived the crash and spoken to the relatives and friends of those who died. From these interviews, sometimes serious but often humorous, he has captured their remarkable spirit and created a unique portrait of all the Busby Babes.

Derby!

Gianni Brera
Derby!
Ovvero quando il Milan straccia l'Inter, l'Inter straccia il Milan

Milano, Baldini & Castoldi, 1994
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La scelta del derby milanese come filo conduttore per una raccolta di cronache e critiche breriane è facile da giustificare. Fra tutti gli incontri, proprio il derby è quello che scatena i più grandi entusiasmi. Nel derby gli stadi sono pieni di tifosi: a differenza delle altre partite, non c'è la distanza che preclude a molti sostenitori della squadra ospite la partecipazione al rito: sugli spalti i due campi avversi sono pertanto in equilibrio ben maggiore dell'ordinario, il che ha pure la sua importanza nel creare un clima di esaltazione collettiva. Se dunque l'oggetto genera grandi trasporti emotivi, anche la prosa che lo descrive avrà una qualità particolare. Nell'immensa produzione di articoli di Brera, mi è parso giusto usare questo come criterio di scelta, per offrire al lettore uno spaccato significativo di ciò che scriveva quando scriveva di calcio (Paolo Brera).

Recensione: Cesare Fiumi, "Corriere della sera" .:. Entra nella Sala Brera

Bipolarismi

Alberto Figliolia, Davide Grassi, Mauro Raimondi
Il derby della Madonnina
Milano, BookTime, 2014
Scheda | Booktrailer

Nell’ottobre del 1908, curiosamente a Chiasso, si disputava il primo Inter-Milan, la sfida che sarebbe diventata il derby italiano per eccellenza, il più giocato, il più prestigioso. Il derby della Madonnina ne celebra la storia ripercorrendo in sessantuno storie la sua gloriosa epopea attraverso partite famose e incontri che pochi conoscono. Un lungo, intenso e vivace racconto, ricchissimo di aneddoti, interviste, personaggi: dai fratelli Cevenini all’immenso Meazza che segnò con entrambe le maglie, dai fuoriclasse come Nyers e il Gre-No-Li, Rivera e Mazzola, Matthaeus e van Basten, Ibra e Kaká, a giocatori magari meno celebri ma che un’impronta, nella stracittadina, l’hanno lasciata: Smerzi, Bonizzoni, Cappellini, Belli, De Vecchi, Minaudo e tanti altri. Calcio, dunque, ma non solo. Poesia, musica, fatti di cronaca si inseriscono spesso e volentieri nei racconti, al pari delle vicende di una città fortunata a possedere il derby. Perché la stracittadina, oltre a essere emozione allo stato puro, è anche democrazia: una sorta di bipolarismo calcistico, l’esaltazione della dialettica, della libertà. Questo libro rappresenta un sincero, appassionato atto d’amore nei suoi confronti.

Recensione: "Il Foglio"

Baùscia e casciavitt

Filippo Grassia, Marco Ravezzani
Il grande calcio a Milano, 1976-1990
El ballôn dei baùscia e dei casciavitt
Milano, Mondadori Electa, 2004
Scheda

Il secondo volume della trilogia riparte dal campionato conquistato dal Milan di Liedholm, che vinse il decimo scudetto e con esso la stella inseguita vanamente da Rocco. L'impresa coincide con l'ultima stagione da giocatore di Gianni Rivera. A distanza di un anno la stessa soddisfazione toccherà all'Inter di Bersellini. La squadra nerazzurra fece il bis nel 1988-'89 con lo squadrone allenato da Gianni Trapattoni. Lo scenario del Milan cambiò del tutto con l'avvento di Berlusconi che evitò il fallimento della società ed ebbe l'intuito di portare in panchina il giovane Sacchi. Con questa accoppiata la squadra rossonera vinse il campionato 1987-'88 e stupì il mondo aggiudicandosi Coppa dei Campioni e Coppa Intercontinentale per due anni di seguito, nel 1989 e nel 1990. E poi tanto altro con la forza aneddotica dei testi di Grassia e delle 300 foto esclusive di Ravezzani. Una chicca dietro l'altra gusterete così le immagini che illustreranno l'acquisto di Platini da parte dell'Inter (proprio così) e quelle che racconteranno l'inseguimento di Berlusconi a Gullit. La penna di Filippo Grassia, famoso giornalista sportivo, è una garanzia di stile brillante e lunga esperienza di calcio.

Calcio meneghino

Filippo Grassia, Marco Ravezzani
Il grande calcio a Milano, 1961-1975
El ballôn dei baùscia e dei casciavitt
Milano, Mondadori Electa, 2003
Scheda


Un'introduzione di Giovanni Trapattoni inaugura il primo di tre volumi dedicati alla storia segreta e non del calcio milanese attraverso 250 indimenticabili immagini in b/n. Scatti inediti, fuori campo di fatti e personaggi: dal Milan di Rocco e Rivera alla grande Inter di Herrera, Moratti e Mazzola, campione d'Italia e campione d'Europa, fino al Milan vincitore della Coppa delle Coppe. Questi tra i capitoli: Il Milan di Paròn Rocco e il Golden boy Rivera. La grande inter del mago Helenio Herrera, Angelo Moratti, Sandro Mazzola, l'uomo del gol. Prati e company. Benedetta lattina, Stella sfuggente. Ai testi del giornalista Filippo Grassia, con il coordinamento di Gaia Fiertler, sono intercalati brani tratti dai quotidiani dell'epoca. Accompagna gli scritti lo straordinario materiale fotografico di Marco Ravezzani. Un libro dedicato agli amanti del calcio, basato sui fatti, per rivivere grandi emozioni, in un viaggio per immagini e racconti che ci immerge nel clima della Milano del tempo. Questo primo titolo in particolare abbraccia un arco temporale che va dal 1961 al 1975.

Maglia viola lotta con vigore

Pieralberto Cantelli, Alessandro Coppini
Fiorentina
Curiosità e aneddoti
Firenze, Pagnini, 2014
Sito | fb

Il libro non è un romanzo, né una raccolta di foto rare, d’interviste esclusive o di documenti inediti, ma un po’ tutte queste cose insieme. In 352 pagine e più 300 immagini, racconta una passione, quella di Firenze per la sua squadra. Lo fa in modo diverso rispetto a quanto scritto finora, descrivendo le atmosfere, i riti, gli episodi di un calcio che non c’è più e che varrebbe invece la pena recuperare. Non si tratta di uno scritto animato da nostalgia, ma i tifosi che certe esperienze le hanno vissute ve le ritroveranno, mentre per i giovani sarà un invito alla scoperta. Alcuni capitoli analizzano temi ricorrenti ed attuali come l’azionariato popolare all’interno delle Società di Calcio, altri hanno contenuti innovativi, come quello relativo all’abbattimento delle barriere allo Stadio. “Fiorentina curiosità e aneddoti” è un’opera che può rientrare nel genere “Sport e svago” ma che invita anche ad  alcune riflessioni, opponendosi,  per quanto può, agli eccessi del calcio moderno. Il libro contiene un capitolo ("Maglia viola lotta con vigore") che racconta la storia delle squadre che, nel mondo, indossano una divisa con gli stessi colori della Fiorentina.

Citizens

David Conn
Richer than God
Manchester City, modern football and growing up
London, Quercus, 2012

Richer Than God is an authoritative, emotional, provocative account of Manchester City’s takeover by Sheikh Mansour, culminating in their remarkable last minute Premier League title victory in May 2012. By placing the club’s extraordinary current rise in the wider context of its patchy modern history, this is also the story of English football’s transformation – from the battlegrounds of the 1980s to today’s moneyed, seated, global entertainment. Conn is led to question the very nature of football clubs and being a supporter, the underlying values and running of what used to be called ‘the people’s game’. A labour of love, this powerfully told account of Manchester City’s fall and rise, based on meticulous research over many years, and exclusive access and interviews with key figures, is written in the gripping, revelatory style Conn has made his trademark.

Recensioni:
Blake Morrison (The Guardian) | Will Dean (The Independent) | David Stubbs (WSC)

Arsenal

Brian Glanville
The real Arsenal from Chapman to Wenger
The unofficial story
London, JR Books, 2009
Scheda

In this fascinating account that could be seen as a corrective but a companion to the author's official, widely praised, The Arsenal Stadium History, Brian Glanville takes us on a spellbinding tour through the history of the Gunners' triumphs, disappointments, the highs and the lows. New light is thrown on the complex character of Tom Whittaker, the man who revolutionised physiotherapy and training at Arsenal in the 20s and 30s. And, the complex and domineering chairman, Sir Henry Morris, seen as the true architect of Arsenal's fortunes and who took the Gunners across the Thames, brought Herbert Chapman to manage at Highbury and was ultimately disgraced by a scam involving the team's bus. The incomparable manager Chapman is re-assessed in terms of his achievements as well as his deficiencies - not least over the highly contentious 1937 record £14000 transfer of Bryn Jones. And so it continues, from the real story behind Alec Stock, ultra-pragmatic but ultimately greedy George Graham, right up to Arsene Wenger and all his intriguing ambiguity and bold transformations. And in between a panoply of heroes, from Charlie Buchan to the dazzling foreign talent of contemporary Arsenal, such as Vieira, Henry and Fabregas. A must for all football fans and Arsenal fans alike. Arsenal fan, Brian Glanville, has been The Sunday Times's ace football writer for over 30 years, has won many awards and has written for many newspapers and magazines including the "Guardian", the "People" and "World Soccer". He's published over 40 books, many on football, including the definitive "The Story of the World Cup".

Recensione
Cameron Carter, When Saturday Comes
Richard Osley, Camden New Journal

La squadra del popolo

Robert Edelman
Spartak Moscow
A History of the People's Team in the Workers' State
Ithaca, NY, Cornell University Press, 2009
Scheda

In the informative, entertaining, and generously illustrated Spartak Moscow, a book that will be cheered by soccer fans worldwide, Robert Edelman finds in the stands and on the pitch keys to understanding everyday life under Stalin, Khrushchev, and their successors. Millions attended matches and obsessed about their favorite club, and their rowdiness on game day stood out as a moment of relative freedom in a society that championed conformity. This was particularly the case for the supporters of Spartak, which emerged from the rough proletarian Presnia district of Moscow and spent much of its history in fierce rivalry with Dinamo, the team of the secret police. To cheer for Spartak, Edelman shows, was a small and safe way of saying "no" to the fears and absurdities of high Stalinism; to understand Spartak is to understand how soccer explains Soviet life.

Champions of the Soviet Elite League twelve times and eleven-time winner of the USSR Cup, Spartak was founded and led for seven decades by the four Starostin brothers, the most visible of whom were Nikolai and Andrei. Brilliant players turned skilled entrepreneurs, they were flexible enough to constantly change their business model to accommodate the dramatic shifts in Soviet policy. Whether because of their own financial wheeling and dealing or Spartak's too frequent success against state-sponsored teams, they were arrested in 1942 and spent twelve years in the gulag. Instead of facing hard labor and likely death, they were spared the harshness of their places of exile when they were asked by local camp commandants to coach the prisoners' football teams. Returning from the camps after Stalin's death, they took back the reins of a club whose mystique as the "people's team" was only enhanced by its status as a victim of Stalinist tyranny.

Edelman covers the team from its days on the wild fields of prerevolutionary Russia through the post-Soviet period. Given its history, it was hardly surprising that Spartak adjusted quickly to the new, capitalist world of postsocialist Russia, going on to win the championship of the Russian Premier League nine times, the Russian Cup three times, and the CIS Commonwealth of Independent States Cup six times. In addition to providing a fresh and authoritative history of Soviet society as seen through its obsession with the world's most popular sport, Edelman, a well-known sports commentator, also provides biographies of Spartak's leading players over the course of a century and riveting play-by-play accounts of Spartak's most important matches-including such highlights as the day in 1989 when Spartak last won the Soviet Elite League on a Valery Shmarov free kick at the ninety-second minute. Throughout, he palpably evokes what it was like to cheer for the "Red and White."

Recensioni
Jonathan Wilson, When Saturday Comes Limited (2010)
Jonathan Waterlow, English Historical Review (2013)

Toro scatenato

Eraldo Pecci
Il Toro non può perdere
La magica stagione '75-'76
Milano, Rizzoli, 2013

Scheda | Anteprima | Intervista

Castellini, Santin, Salvadori, Patrizio Sala, Mozzini, Caporale, Claudio Sala, Pecci, Graziani, Zaccarelli, Pulici. I tifosi del Toro snocciolano questa formazione come un rosario, come un mantra propiziatorio da ripetersi a mezza voce davanti a una prova difficile, come una di quelle canzoncine che impari da bambino e che quindi amerai per sempre. Il 16 maggio 1976, mentre la gioia dei sessantacinquemila cuori granata dilaga sugli spalti del Comunale e l’allenatore Radice cerca disperatamente nella folla il suo portiere e il suo stopper per chiedere loro come abbiano fatto a prendere quell’autogol assurdo, il Toro vince il suo settimo Scudetto, il primo dopo la tragedia di Superga che si è portata via la squadra capace di vincere cinque titoli consecutivi tra 1943 e 1949. Uno dei motori di centrocampo di quella squadra è un giovane di belle speranze. Si chiama Eraldo Pecci e arriva a Torino dal “suo” Bologna che, per la verità, lascia abbastanza controvoglia: non è bello scoprire di essere stato ceduto ascoltando il telegiornale da una finestra aperta, ancora meno se lo scopri la stessa sera in cui fai un’improvvisata alla tua ragazza e la becchi che balla stretta a qualcun altro. Al Toro, però, Eraldo trova un gruppo di fuoriclasse del pallone e dello scherzo, ragazzi terribili che hanno voglia di scrivere la storia in campo e divertirsi fuori... In Il Toro non può perdere Pecci ricostruisce l’alchimia irripetibile nata in quella squadra, i gol, i riti scaramantici, gli episodi esilaranti. Ma tratteggia anche la Torino dell’epoca, una città in cui c’erano ancora la nebbia e la voglia di trovarsi la sera al tavolone di un ristorante fianco a fianco con degli sconosciuti, il calciatore accanto all’operaio. E, sempre in equilibrio tra ironia e una nostalgia lieve per il calcio che fu, scrive un libro dedicato non solo ai tifosi del Toro ma a tutti quelli che, almeno una volta nella vita, hanno pianto di gioia o di dolore per un pallone che finisce in fondo alla rete.

Recensioni
Piero Vietti, Il Foglio

La noia blaugrana

Michele Dalai
Contro il tiqui taca
Come ho imparato a detestare il Barcellona
Milano, Mondadori, 2013

Scheda | Anteprime 01 | 02 | 03

"Il Barcellona è una squadra noiosissima." Provate a dirlo ad alta voce: sarete tacciati di blasfemia e guardati come dei folli. Ma ripetendolo e argomentando la vostra antipatia per la squadra più forte, vincente e politicamente corretta del mondo, vi accorgerete lentamente ma inesorabilmente che non siete soli, che c'è chi la pensa come voi. Con ironia sulfurea - ma con un sotterraneo affetto, vorremmo dire, se non altro da Sindrome di Stoccolma - Michele Dalai costruisce una provocazione solo apparentemente gratuita e smonta uno a uno i luoghi comuni sulla superiorità tecnica ed etica della squadra catalana e del suo microcosmo, colpendo il nemico nei suoi beni simbolo, a partire dal motto megalomane "più che un club", passando per il gioco estenuante e onanistico, interamente consacrato al nume del possesso palla - il famigerato tiqui taca -, fino ad arrivare a quei tifosi-integralisti per i quali il fútbol esiste solo in funzione del Barcellona e il resto è noia. Senza risparmiare nemmeno Lionel Messi, la Pulce che incanta il mondo e, da quattro anni, i giurati del Pallone d'oro. Di fronte ai dogmi dell'ortodossia pallonara, Dalai indossa i panni dell'eretico e non arretra di fronte al mulinare dei consensi che costruiscono la leggenda dell'ultima armata blaugrana. Con ottimi argomenti, paladini validi come solo alcuni grandi nemici del Barcellona - il Mourinho dell'indimenticabile discorso dei perché, lo strafottente Cristiano Ronaldo, il fiero Ibrahimovic - e un punto fermo: che il calcio è cosa grave, ma non seria.

Recensioni
Tommaso Pellizzari, Corriere della sera
Maurizio Crosetti, La Repubblica

Ajax, the Jews, the war

Simon Kuper
Ajax, the Jews, the war
Football in Europe during the Second World War
London, Orion, 2003
Scheda | Anteprima

Traduzione italiana
Ajax, la squadra del ghetto
Il calcio e la Shoah
Milano, Isbn, 2005
Scheda e rassegna stampa

L’Ajax era la squadra del ghetto di Amsterdam. Ogni domenica, le bancarelle del mercato ebraico chiudevano in tempo per andare a vedere la partita. Poi è arrivato Hitler. Kuper, giornalista e scrittore olandese, racconta la tragedia della Shoah e della Seconda guerra mondiale da un’angolazione inedita: quella delle pagine sportive dei vecchi giornali, delle storie dei tifosi e atleti sopravvissuti, degli archivi delle squadre olandesi. L’utilizzo del calcio da parte di Hitler e Mussolini viene calato da Kuper nella cronaca della partita, nella memoria del singolo atto di discriminazione. Il libro contiene un prezioso apparato fotografico: la nazionale inglese che fa il saluto nazista, la faccia di un’ala destra ebrea dell’Ajax, di cui Kuper sessant’anni dopo ricostruisce gli ultimi giorni ad Auschwitz. Grazie alla sua indagine, la storia del calcio olandese, europeo e italiano diventa lo schermo su cui scorrono decine di storie di collaborazionismo e deportazione.

Il mito dello Spartak Mosca

Mario Alessandro Curletto
Spartak Mosca
Storie di calcio e potere nell'URSS di Stalin
Genova, Il Nuovo Melangolo, 2005 

Lo Spartak Mosca era l'unica squadra di calcio sovietica a godere di un autentico seguito popolare, non limitato alla capitale ma diffuso in tutto il territorio dell'immenso paese, escluse forse l'Ucraina e le Georgia, dove il tifo per le Dinamo era anche espressione di orgoglio nazionale. Per comprendere i motivi di tale popolarità occorre risalire agli anni Venti, quando, in un rione popolare di Mosca, un gruppo di giovani appassionati di calcio creò la propria squadra. Creò nel senso più completo del termine, perché oltre a fondare la società costruì, a proprie spese, gli impianti sportivi. Il breve racconto intende seguire la formazione di questo mito dalle radici.

Recensione

Niccolò Nisivoccia, Storie di calcio

The Home of Football

Jon Spurling
Highbury
The story of Arsenal in N. 5
London, Orion, 2006
Scheda | Anteprima

Kicking off with the story of the original 'soccer czar', Sir Henry Norris, who bulldozed through opposition on many levels to move Woolwich Arsenal to north London (and probably taught many subsequent chairman everything they knew on that score), Jon Spurling's all-encompassing history of Arsenal's time at Highbury features testimony from everyone: from the peanut sellers, turnstile operators, local publicans and fans, through to the likes of Bob Wilson, Liam Brady, George Graham and Lee Dixon. This is a warts-and-all look at the last century in the club's history, telling the story of local opposition to the club's move (1913), through the construction of the impressive art deco East and West stands in the thirties, the assembling of the various title-winning sides and culminating in the story of local opposition to the club's move (2004). Having written three previous titles on Arsenal's history, Jon Spurling is well placed to produce this definitive volume.

La Philarmonica

Sandro Modeo
Il Barça
Tutti i segreti della squadra più forte del mondo
Milano, Isbn, 2011
Scheda e recensioni | EstrattoAnteprima | Intervista

Traduzione spagnola
El Barça
Del fútbol total al fútbol cuántico
Barcelona, Ediciones Alfabia, 2012
Scheda

La notte del 28 maggio 2011, a Wembley, il Barcellona ha vinto la Champions League battendo il Manchester United. Non è stato un semplice successo sportivo, ma l’irrompere di un’altra dimensione calcistica. Mai come quella notte, il Barcellona ha dimostrato di essere «més que un club». Ed è stato anche il punto culminante di una parabola dalle radici remote, quella del «calcio totale»: un universo vastissimo, che parte da Rinus Michels e Johan Cruijff e passa per pionieri e variantisti, ortodossi ed eretici, tutti accomunati dalla tensione utopica verso un calcio costruttivo e offensivo. Per capire a fondo le caratteristiche di questa galassia, Modeo ci parla delle origini storiche e culturali del totaalvoetbal, ma spazia anche tra discipline in apparenza lontane da quelle sportive, dalla biologia evoluzionistica alla fisica, approdando ad analogie sorprendenti tra il calcio e il comportamento di batteri e anticorpi, o tra la meccanica quantistica e l’avveniristico Barcellona di Guardiola.

«Viendo jugar al Barça de Guardiola (ya el de 2009 y 2010, pero sobre todo el de 2011) mucha gente ha tenido y continúa teniendo la sensación de estar viendo un equipo diferente del resto. No se trata únicamente de una fase ulterior del fútbol total, de la versión más completa hasta el momento del largo transplante anglo-holandés a Cataluña con el añadido de elementos externos (como el pressing del Milán de Sacchi). Se trata de una "consistencia" material y dinámica diferente. El Barça, cuando juega bien, parece definitivamente un equipo "cuántico", es decir, un equipo ligado a estados y dinámicas fluidos e inabarcables». Estableciendo su lugar en el punto más alto de la constelación de los grandes equipos y técnicos que han practicado el fútbol total (el Ajax y la selección holandesa dirigidos por Michels, el Milán de Arrigo Sacchi, etc...), Sandro Modeo nos habla del «fútbol cuántico» del FC Barcelona de Guardiola como de la realización última de esa manera de entender el juego y el espectáculo, y para ello echa mano de la física cuántica, de Italo Calvino, de Radiohead, de David Foster Wallace, de Jordi Savall, de Roberto Bolaño... Y lo hace de una forma erudita, entretenida y llena de anécdotas fascinantes y reveladoras. En el prólogo, Irvine Welsh se suma a la devoción por esta escuadra irrepetible. "El Barça" de Sandro Modeo no es un libro de fútbol como los demás.