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Calcio e letteratura in Italia

Sergio Giuntini
Calcio e letteratura in Italia (1892-2015)
Milano, 2017, Biblion edizioni
Scheda

La sterminata produzione “letteraria” originata in Italia dal calcio si presenta come un’orgia di materiali magmatici, frastagliati e in continua espansione. Difficile, insomma, da maneggiare e dominare. Nei suoi confronti occorre evitare rigide categorizzazioni. Un approccio del genere consente fra l’altro di aggirare la poco economica e problematica dicotomia fra letteratura e giornalismo. Tant’è: appare spesso molto più semplice rintracciare un elevato tasso di “letterarietà” in un articolo di Gianni Brera sull’“abatino” Gianni Rivera anziché nel racconto calcistico di un autore unanimemente laureato e celebrato dalla critica. E lo stesso vale, a ben vedere, per gli scritti giornalistici sul calcio lasciatici dai vari Ghirelli, Arpino, Palumbo, Zanetti, Bianciardi, Del Buono etc, che sarebbe difficile etichettare banalmente come “letteratura popolare”. Sergio Giuntini va direttamente a individuare una “letteratura del e sul calcio” cui, dall’Ottocento a oggi, hanno contribuito i più disparati apporti che ne hanno descritto l’avventura e l’epica. Romanzi, saggi, biografie, autobiografie, manuali tecnici, pagine di riviste e quotidiani specializzati e non ricostruiscono una storia sociale del calcio italiano, rappresentando nel contempo una sorta di necessario risarcimento nei confronti di un movimento che, del tutto legittimamente, è venuto a far parte della nostra cultura.

Il vangelo (del centravanti) secondo Meazza

Peppino Meazza - Emilio Violanti
Centravanti
Milano, Sperling & Kupfer, 1955 (Collana Sportiva, 38)

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Tanti anni fa - e quando sono molti si fa più presto a sentirli che a contarli - m'è capitato di assistere alla prima partita giocata in prima squadra da Giuseppe Meazza, altro degli autori di questo volume, Era ancora nell'età dell'adolescenza, e il suo esordio destò più la curiosità affettuosa che l'attenzione critica degli spettatori. Marcò una rete, se ben ricordo, con un'abilità sottile e sorniona che incantò il pubblico e strappò il primo degli applausi di carriera. Inserii nel mio racconto un periodo che concerneva il ragazzo: scrissi che m'era parso di vedere in campo "una riservetta di qualità". Come vedete, una frasettina da nulla. Pensò lui, il Peppino nazionale, a dilatarla come come avviene di certi fiori giapponesi, puntini quasi invisibili che, immersi nell'acqua, s'espandono in luminose corolle.
Meazza, oggi, è un testo del calcio italiano. Il naturale talento, che gli ha consentito di dominare le scene dei palcoscenici verdi per anni e anni di osannata attività, l'assiste oggi nel suo lavoro di istruttore di squadre, di ricercatore, di scopritore e di addestratore di atleti.
Il trattato ch'egli ha scritto, in collaborazione con Violanti, e che trova il suo esatto luogo nella copiosa collezione della Sperling & Kupfer, , è una somma di esperienze viste e meditate con l'occhio dell'esperto e, nello stesso tempo, ravvivate dall'estro dell'artista del gioco. Di qui il doppio valore del volume: didattico e, in senso largo, narrativo.
Dall'armonioso e puntuale connubio tra l'atleta di rinomanza internazionale e di salda competenza, e il giornalista di felice acume e di agile prosa è scaturita un'opera solida, organica, esauriente e persuasiva. Gli autori accompagnano passo a passo il giocatore, e in modo perspicuo il centravanti, dalla pubertà alla maturità, dalla palestra al campo mediante una precisione e assiduità di notazioni tecniche e stilistiche alle quali le pagine, gli scorci, i medaglioni dedicati ai calciatori più noti, di ieri e di oggi, dànno volto, colore e sapore.
Il centravanti di Meazza e di Violanti è un libro prezioso che sarà letto con sicuro profitto dagli aspiranti alla carriera dei calciatori, e nello stesso tempo divertirà gli sportivi comuni e generici che vorranno conoscere nel vivo e nel profondo la figura e il carattere d'uno dei protagonisti dello spettacolo pubblico: il centravanti della squadra di calcio.

[Introduzione, di Bruno Roghi]

Il calcio perfetto

Alessandro Aleotti
Il calcio perfetto
Milano, Edizioni Brera Football Club, 2013
Il libro (integrale)


"... la definizione di 'calcio perfetto' rimanda a un immaginario del calcio che, seppur tratteggiato, resta largamente indefinito e indefinibile. Lo spirito del calcio, infatti, è una sostanza del tutto fuggevole che, ad un attimo in cui tutto sembra favorevole e sotto controllo, può far seguire una repentina catastrofe. Tuttavia, non credo sia inutile porsi l'obiettivo di indagare sugli elementi che possono avvicinare ad un ideale 'perfetto' del calcio, anche perchè fin troppi sono gli appassionati che rimangono prigionieri della contraddizione per cui il 'gioco più bello del mondo' si esprime più attraverso la tensione e la sofferenza che attraverso il piacere e la felicità..."

Why England Lose

Simon Kuper, Stefan Szymanski
Why England Lose
And Other Curious Phenomena Explained
London, HarperSport, 2009
Scheda | Anteprima

"Why do England lose?", "Why do Newcastle United always buy the wrong players?", "How could Nottingham Forest go from winning the European Cup to the depths of League One?", "Penalties - what are they good for?". These are questions every football fan has asked. "Why England Lose" answers them. It brings the techniques of bestselling books such as "Freakonomics" and "The Undercover Economist" to bear on our national sport. Written with an economist's brain and a football writer's skill, it applies high-powered analytical tools to everyday football topics. "Why England Lose" isn't in the first place about money. It's about looking at data in new ways. It's about revealing counterintuitive truths about football. It explains all manner of things about the game which newspapers just can't see. It all adds up to a new way of looking at football, beyond clichés about "The Magic of the FA Cup", "England's Shock Defeat" and "Newcastle's New South American Star". No training in economics is needed to read "Why England Lose". But the reader will come out of it with a better understanding not just of football, but of how economists think and what they know.

Recensioni
David Goldblatt, Prospect
David Runciman, The Guardian - The Observer

Il football degli scrittori

Antonio Donadio
Calcio d'autore da Umberto Saba a Gianni Brera:
il football degli scrittori
Milano, Editrice La Scuola, 2016
Scheda

Il football è un sistema di segni, cioè un linguaggio. Esso ha tutte le caratteristiche fondamentali del linguaggio per eccellenza, quello che noi ci poniamo subito come termine di confronto, ossia il linguaggio scritto-parlato (Pier Paolo Pasolini). 

Il gioco del calcio nelle parole dei poeti, degli scrittori, dei giornalisti, dei cantautori e dei tifosi. Dalle liriche, edite e no, di autori del passato (Saba, Sanguineti, Pasolini, Luzi, Sereni, Giudici, Gatto ...) e contemporanei (De Angelis, Damiani, Ramat, Cucchi, Lamarque, Rossani ...) agli scritti di Arpino, Pratolini, Brera, Viola, Tortora, Carosio, Gramellini, Fazio ... fino ai testi dei cantautori, (Vecchioni, Rino Gaetano, De Gregori, Dalla, Jannacci, Ligabue ...) e ai vessilli dei tifosi. 

Cattolici, comunisti e pallone in Italia

Fabien Archambault
Le contrôle du ballon
Les catholiques, les communistes et le football en Italie
Roma, École française de Rome, 2012

Il est parfois difficile, en Italie, d’échapper au calcio. Aucun domaine de la vie sociale n’ignore son emprise et lorsqu’on rencontre un Italien, il n’est pas rare qu’une de ses premières questions porte sur l’identité de l’équipe de football dont on se réclame. Le tifo est bien un phénomène partagé dans tout le pays et il semble naturel à chacun, homme ou femme, de choisir un club qu’il encouragera toute sa vie. Pourtant, en 1943, lorsque Mussolini est écarté du pouvoir, d’autres sports, à commencer par le cyclisme, étaient au moins aussi populaires dans la péninsule. C’est néanmoins le calcio qui, au cours des années 1950 et 1960, finit par engendrer une culture puissante. La diffusion extraordinaire d’une telle passion interroge l’historien : comment et pourquoi le football est-il devenu si important dans la société italienne ? L’ouvrage formule une hypothèse d’ordre politique : c’est parce que le football a constitué une des modalités de l’affrontement entre catholiques et communistes dans l’Italie de l’après-guerre que ce sport est devenu central dans l’imaginaire et les pratiques collectifs. À ce titre, l’histoire du calcio éclaire les stratégies d’encadrement politique, d’enracinement social et de fabrication du consensus conduites par l’Église, la Démocratie chrétienne et le Parti communiste italien, de la chute du fascisme à la fin des années 1970.

La storia del calcio elvetico

Jérôme Berthoud, Grégory Quin, Philippe Vonnard
Le football suisse
Des pionniers aux professionnels
2016, PPUR, Lausanne
Considérée parfois comme la «Petite Angleterre» du football pour son rôle dans sa diffusion sur le continent européen dès la fin du 19e siècle, la Suisse est sans doute l’une des nations dont la place dans l’histoire du football est la plus méconnue, y compris auprès de ses habitants. Etonnant constat en regard du rôle occupé par ce pays dans le développement des structures du jeu. Avec ses premiers clubs fondés dès les années 1880, une fédération mise en place en 1895 et l’introduction précoce du professionnalisme, le football suisse fait office de pionnier. Pourtant, dès les années 1940, il s’en distingue en revenant à un modèle amateur, qui va subsister jusqu’aux années 1980, lorsque la professionnalisation croissante du jeu l’oblige à se réformer à nouveau. Cet ouvrage propose une analyse de la manière dont s’est structuré le football d’élite swiss made qu'il ne faut pas uniquement considérer sous le prisme national: la présence sur le sol suisse des deux principales instances internationales a largement contribué à l’influence des dirigeants du football helvétique dans les processus de structuration et de développement des échanges internationaux. Au final ce livre révèle les enjeux politiques, économiques et culturels importants de l’histoire contemporaine de la Suisse, à l’aune du sport national le plus populaire.

L'ex gioco più bello del mondo

Pippo Russo
Gol di rapina.
Il lato oscuro del calcio globale
Firenze, Edizioni Clichy, 2014
Scheda | Anteprima 

Recensioni e interviste:
L'Huffington Post
Panorama
Il Prismatico
Calciomercato.com


A partire dagli anni Novanta il calcio ha subìto una mutazione genetica, da cui è uscito trasformato in termini sia culturali che economici. L’ex grande rito identitario di massa si è convertito in uno spettacolo di portata globale, caricato di significati diversi rispetto a quelli agonistici. Soprattutto, per molti attori esso è diventato uno straordinario business da colonizzare incontrando scarse resistenze. Sollecitato dalla pressione verso una modernizzazione vera o presunta, il calcio si è scoperto facilmente permeabile da soggetti e interessi man mano più opachi, ma tutti quanti accomunati da una caratteristica: l’ansia di fare del gioco una macchina da soldi, per poi distribuirli fuori dal calcio. Con l’inizio del XXI secolo il meccanismo è stato messo a punto, e dopo l’esplosione della grande crisi economica del 2007 – che ha colpito il calcio come ogni altro comparto economico – ha trovato condizioni favorevoli per diffondersi e legittimarsi. La situazione odierna parla di interi subcontinenti in cui il calcio è sotto il controllo di attori economico-finanziari esterni al calcio stesso: fondi d’investimento misteriosi con sede legale presso paradisi fiscali, oligarchi ansiosi di riciclare denari di dubbia provenienza, potentissimi agenti capaci di controllare eserciti di calciatori e allenatori impegnati presso i campionati d’ogni angolo del mondo. Una situazione che, nella migliore delle ipotesi, vede ampliare a dismisura la zona grigia fra legalità e illegalità. In questo volume si conduce una lunga e dettagliata inchiesta su personaggi, enti e circostanze la cui azione ha fatto sì che la globalizzazione del calcio avvenisse nel segno del malaffare. Un tema a proposito del quale in Italia vige una congiura del silenzio. Come se tutto ciò non riguardasse il calcio di questo paese. E invece la colonizzazione è già iniziata anche qui.

Il vate e il football

Giammarco Menga
Sportivamente D'Annunzio
Il vate tra sport, giornalismo e letteratura
2016, Roma, Edizioni Croce
Scheda

“Già negli anni ’80 dell’Ottocento, d’Annunzio sperimenta il cosiddetto football grazie ad un pallone di cuoio inglese che gli fu riportato come souvenir dall’amico pittore abruzzese Francesco Paolo Tosti direttamente dall’Inghilterra. In realtà, però, non ama gli sport di squadra; d’altronde d’Annunzio è un individualista per eccellenza. Il forte legame con il calcio si consuma nel periodo di reggenza a Fiume quando il Vate è l’inventore del famoso scudetto tricolore ancora oggi cucito su tutte le divise nazionali italiane. Durante una partita tra legionari e fiumani, infatti, decide di far cucire sulle camicie azzurre dei legionari un triangolino bianco, rosso e verde (senza alcun fregio all’interno) che in quel periodo aveva anche una forte valenza politica. Voleva intendere la volontà italiana di riconquistare Fiume sotto il vessillo repubblicano, piuttosto che sotto quello monarchico” (Giammarco Menga, intervista).

Calcio economia e potere in Italia (1898-1991)

Nicola De Ianni
Il calcio italiano 1898-1991
Economia e potere
Catanzaro, Rubbettino, 2015
Scheda
Recensioni: L'Opinione pubblica (Marco Bagozzi)

Questa storia del calcio italiano 1898-1981 affronta l'arco cronologico che va dalla nascita della Federazione all’inizio del calcio industria. Essa ha inteso studiare il valore e peso del denaro prima dell’assoluta trasformazione del calcio in settore economico. È suddivisa in tre parti. Nella prima sono trattati gli aspetti macroeconomici. Per ognuno dei decenni fino al 1981 è stata ricostruita una serie storica con ricavi, spese e deficit. Nella seconda parte sono stati analizzati gli aspetti microeconomici attraverso l’individuazione di tre figure tipo e la loro evoluzione: presidenti; allenatori; dirigenti e intermediari. Nella terza parte sono state studiate le vicende calcistiche dal punto di vista del potere economico dei presidenti federali che si sono succeduti in più di ottant’anni.

Calcio globalizzato

Marco Bellinazzo
Goal Economy
Come la finanza globale ha trasformato il calcio
Milano, Baldini & Castoldi, 2015
Scheda | Blog dell'autore | Intervista


Cosa si cela dietro le contestate assegnazioni dei Mondiali alla Russia e al Qatar? È solo una coincidenza che appena sei mesi dopo il Paris Saint-Germain sia passato al fondo sovrano qatariota? E perché Stati Uniti, Cina e India investono sempre più spesso in club stranieri? Se volete disquisire di linee di fuorigioco, calciomercato, e arbitraggi fate pure. ma poi leggete questo libro e capirete chi tiene le redini del calcio mondiale.
Molti sono i gossip su Cristiano Ronaldo, uno degli acquisti più onerosi della storia, ma pochi sanno quale potente fondo d'investimento è nato grazie al suo primo procuratore o dell'"ambigua" lotta della Fifa contro queste super agenzie dalle remunerazioni stratosferiche. Un Risiko di sponsorizzazioni e televisioni che invadono i mercati emergenti dove il calcio conquista popolarità a ritmi vertiginosi. La neonata Lega del Nordamerica, quella australiana, indiana e quelle mediorientali hanno risorse e pubblico tali da poter arrivare fra pochi anni a far concorrenza alle principali Leghe europee, soprattutto a chi come la nostra Serie A non ha saputo innovarsi. La stessa geopolitica di Russia e Cina, con le manovre dei loro oligarchi, s'interseca sempre più spesso con i meccanismi mediatici del calcio. Seguire il filo delle multinazionali che foraggiano squadre nei più diversi Paesi ci dà l'immagine vivida di cosa sia la "globalizzazione". Questo libro è un viaggio nel cuore del calcio globalizzato di oggi. Continente per continente, lega per lega, spiega cosa c'è dietro le cifre, gli uomini e gli intrecci di interessi di un business multimiliardario che ha superato tutti gli altri sport per ricavi e giro d'affari. Perché se è vero che i fatturati non fanno goal, scrivono però la storia del calcio e ci rivelano dove andrà.

Recensioni
Massimiliano Castellani, "Avvenire"
Luca Pisapia, "Il fatto quotidiano"
Paolo Tomaselli, "Corriere della sera"

Una strage annunciata

Francesco Caremani
Heysel
Le verità di una strage annunciata
Prefazioni di Walter Veltroni e Roberto Beccantini
Torino, Bradipolibri, 2010
Scheda | Intervista all'autore

Il 29 maggio 1985 allo stadio Heysel di Bruxelles, prima della finale di Coppa dei Campioni Juventus-Liverpool, muoiono 39 tifosi bianconeri. Muoiono nel settore Z, schiacciati e soffocati dalla calca, sotto i colpi degli hooligans inglesi instupiditi dall’alcool, con la connivenza decisiva delle autorità belghe, della polizia locale e dell’Uefa, incapaci di prevedere e d’intervenire. Una tragedia annunciata che si è abbattuta con disperante drammaticità sul calcio come sport e sulle coscienze di tutti noi come uomini prim’ancora che come sportivi. “L’Heysel – ricorda Roberto Beccantini nell’introduzione – rimane una ferita immane che riga la memoria e sfigura molte coscienze che, non solo in Italia, sanno di averla fatta sporca”. Tutti hanno raccontato quello che è successo prima di Juventus-Liverpool, molti hanno raccontato il durante e il dopo, anche il proprio, ma nessuno s’è mai veramente addentrato nelle scomode verità. “Questo libro è prezioso e bellissimo – scrive Veltroni nella prefazione –. Lo è perché ci ammonisce a non dimenticare, e perché narra puntualmente e con notizie verificate tutto ciò che è accaduto; ma lo è anche perché è un libro d’inchiesta che ha dentro la passione del diario, della pagina biografica”. Gli effetti personali rubati, l’arroganza delle autorità, la lunga, faticosa e snobbata battaglia legale portata avanti dall’Associazione delle vittime, da Otello Lorentini che in Belgio ha perso l’unico figlio Roberto; medaglia d’argento al valore civile per essere morto tentando di salvare un connazionale. L’umanità calpestata di 39 famiglie tra meschinità d’ogni genere. Questo libro è un atto dovuto alla memoria e alla dignità di 39 persone che hanno perso la vita per assistere a una partita. Per ricordare ciò che l’ambiente calcio ha cercato troppo spesso e troppo in fretta di dimenticare. “Leggete queste pagine – sottolinea Beccantini –: scoprirete com’è stato duro accendere una candela di giustizia. Una candela, non un lampadario”.

Recensioni | "Guardian", 29/05/2015

"Dirty Soccer"

Ivo Romano
Gioco sporco
Pollena (Napoli), Ad Est dell'Equatore, 2014
Scheda

Gioco sporco è un’indagine sul mondo delle scommesse che coinvolge l’intero panorama mondiale delle Nazionali di calcio. Partendo dall’analisi sul campo dell’andamento delle quote durante gli incontri, l’autore dimostra come questo sia influenzato da fattori esterni all’effettivo verificarsi degli episodi sul rettangolo di gioco. Eventi sistematici e all’apparenza illogici come le quotazioni del cosiddetto Over straordinariamente bassa a poco dallo scadere e che rivela l’esistenza della combine con diversi gol in pochi minuti.
Nella prima parte vengono riportati alcuni episodi tanto eclatanti quanto paradossali: dall’interminabile recupero concesso durante Argentina-Bolivia alla partita tra Togo e Bahrain dove a scendere in campo non furono i calciatori togolesi ma una squadra di figuranti dalle capacità calcistiche nulle. La seconda parte contiene rivelazioni clamorose: in chiave di qualificazioni mondiali vengono accuratamente dettagliati episodi quali il doppio confronto tra Cambogia e Laos, partite decise nel loro andamento prima di essere giocate.
E tutto rimanda ad un interrogativo: perché la Fifa non interviene e, quando lo fa, perché questo accade con una moderazione che stupisce vista la posta in gioco. Un comportamento che di fatto agevola il compito dei betting-syndicate asiatici – gli stessi che stavano mettendo le mani anche sui campionati italiani e in Europa, Africa, Sud e Centro America – che hanno inquinato il calcio ricavandone grosse somme di danaro.

Vedi anche le dichiarazioni dell'autore a proposito dell’operazione "Dirty Soccer" della Polizia di Stato, maggio 2015.

Il gioco della nostra vita

David Goldblatt
The Game of Our Lives
The Meaning and Making of English Football
London, Viking, 2014
Scheda | Presentazione-discussione con l'autore

In the last two decades football in Britain has made the transition from a peripheral dying sport to the very centre of our popular culture, from an economic basket-case to a booming entertainment industry. What does it mean when football becomes so central to our private and political lives? Has it enriched us or impoverished us?

In this sparkling book David Goldblatt argues that no social phenomenon tracks the momentous economic, social and political changes of the post-Thatcherite era in a more illuminating manner than football, and no cultural practice sheds more light on the aspirations and attitudes of our long boom and now calamitous bust.

Recensioni
Tim Adams, "The Observer" | Mihir Bose, "The Indipendent" | David Kynaston, "The Guardian" | DJ Taylor, "The Indipendent" | Alan Tomlinson, "When Saturday Comes" | John Sunyer, "The Financial Times" | Stefan Szymanski, "ESPN FC"

Calcio e media

Enrico Agnessi
Il calcio raccontato dai media. Fatti e personaggi
Roma, Edizioni Progetto Cultura, 2010
Scheda | Presentazione (Sky Sport 24)

Se la partecipazione come pubblico alle partite di calcio si colloca all’interno dei fenomeni sociali che hanno caratterizzato il passaggio dell’Italia da una società moderna ad una società di massa, il calcio narrato, nelle forme della radiocronaca, della stampa specializzata, della telecronaca televisiva e più recentemente via Internet, si pone in maniera autonoma come fenomeno degno di attenzione.

Joy is Round

Jessica Hilltout
Amen
Grassroots Football
Ian Brower and David Goldblatt (Foreword)
Cape Town, TradeMark, 2010
Scheda | Anteprima | Immagini | Video: 01-02-03

This book pays homage to Africa. It is a tribute to the forgotten, to the majority. All the people who live and will remain in the shadow of the 2010 World Cup deserve to have a light shone on them, not just for their passion for the game, but more so for the fundamental energy and enthusiasm that shines through the way they live.

The aim of Amen was to shine the light on all those in the shadow of the World Cup, far from the big stadiums and the corporate carnival-nature of the event. To embrace Africa and everything that makes it unique. To speak of the authenticity and sheer ingeniousness of a continent that manages to do so much with so little. To capture people with simple needs and huge hearts. To express football in its purest form. "Football is accessible to anyone who can make a rag ball and find another pair of feet to pass it to," said David Goldblatt ... It is the glue that binds village to village, tribe to tribe and people to people. "In Africa football is not a religion but it's everything a religion should be. Amen" (Ian Brower). 

Calcio e cannoni

Giorgio Seccia
Il calcio in guerra
Gioco di squadra e football nella Grande Guerra
Udine, Gaspari, 2011
Scheda

Nemmeno le guerre sono mai riuscite a spegnere la passione per il gioco del calcio.
Le squadre, i giocatori, le partite, le tifoserie che hanno segnato il periodo della grande guerra fanno da spunto per raccontare una storia minuziosa e inedita dello sport più amato in Italia e nel mondo.


Prefazione (Bruno Pizzul, "Messaggero Veneto")

Il calcio è semplicità

Agostino Di Bartolomei
Il manuale del calcio
Il calcio è semplicità
Roma, Fandango Libri, 2012
Scheda | Estratto | Il decalogo (BookTrailer)

Il calcio secondo Agostino Di Bartolomei, nel manuale scritto per il figlio Luca. Un inno al calcio pulito, al rispetto per le regole e all’etica del gioco. “Il calcio è uno sport collettivo che oppone due squadre di 11 giocatori una contro l’altra, si svolge in due tempi di 45 minuti l’uno e con molta semplicità si può giocare dovunque; in piazza, in strada, su un prato, basta avere quattro sassi per fare due porte e un pallone ben gonfio”.

Parola di Agostino Di Bartolomei, glorioso capitano del secondo scudetto giallorosso, indiscusso e amato da un’intera generazione di tifosi e appassionati. La storia del calcio dalle sue antichissime origini fino ai giorni nostri; un’ampia sezione sul regolamento moderno (misure regolamentari del campo, caratteristiche del pallone, ruoli dei giocatori e doveri degli arbitri) per finire con le tecniche di allenamento e le tattiche di gioco. Fra le parole di Agostino Di Bartolomei trovano spazio le immagini dei bozzetti originali degli schemi di gioco, i materiali di allenamento con gli esercizi quotidiani, i disegni delle traiettorie dei calci d’angolo e dei rigori.

Pitch invaders

Stella Orakwue
Pitch invaders
The modern Black football revolution
London, Gollancz, 1998
Scheda

"Pitch Invaders" provides a study of black players in top-level British football, celebrating their achievements and examining the problems they have faced on and off the playing field. Based on the testimonies of top black British players, such as Ian Wright, Andy Cole, Stan Collymore and Les Ferdinand, this text argues that racial tensions in the world of football mirror those of society at large and that there is a long way to go before Britain is truly a multicultural society.

Recensione
Alister Morgan, The Indipendent

Mondiali e mondializzazione

Pascal Boniface
Football & mondialisation
Paris, Armand Colin, 2006
Scheda | Introduction

Le football a conquis le monde. C’est le symbole même de la mondialisation. Son empire ne connaît ni frontières, ni limites. Pourtant, dès que l’on quitte la sphère des fidèles supporters et de la presse spécialisée, ce sport est l’objet d’un profond mépris. Surtout en France, où un joueur de foot ne peut être qu’idiot, et un supporter, un hooligan en puissance. Le mois de juillet 1998 est déjà bien loin! Certes, la passion peut être détournée. Mais ces dérives traduisent aussi les maux de nos sociétés. Et comme le montre cette nouvelle édition, la place et le rôle de ce sport évoluent. Il peut aussi être un vecteur de paix et d’espoirs. En 2010, la coupe du monde est organisée en Afrique du Sud. N’est-ce pas un signe fort pour un continent trop souvent mis à l’écart? Dans cet essai stimulant sur les ressorts et les paradoxes de la planète foot, Pascal Boniface met son talent reconnu d’analyste de l’actualité politique internationale et sa passion de supporter du ballon rond au service de questions qui gênent ou surprennent.