Manlio Cancogni
Il Mister
Roma, Fazi Editore, 2000
Scheda | Recensioni
Roma, quartiere Savoia, autunno del 1932. Una domenica mattina Ugo, un ragazzino come tanti, alle prese con problemi scolastici e familiari (una sorellina malaticcia, dei genitori sostanzialmente estranei, la bocciatura in tre materie che ha portato alla perdita dell’anno di scuola), assiste casualmente a un incontro di calcio tra due squadre rionali. Una di esse, il Malafronte, schiera nelle vesti di allenatore-giocatore lo slavo Vecto Zoran, enigmatico e affascinante personaggio di cui Ugo diventerà sostenitore appassionato. Ma è tutto un quartiere a riconoscersi in Zoran, ad assumere la sua figura carismatica e un po’ stramba (che ricorda vagamente un Pinocchio cresciuto, e in cui il lettore non faticherà a riconoscere i tratti di Zdenek Zeman) quale mezzo di riconoscimento di sé, di riscatto collettivo e presa di distanza dall’ufficialità fascista. Almeno fino a quando, ormai prossimi alla vittoria del torneo cittadino dell’U.L.I.C., i giocatori del Malafronte si ritrovano senza Zoran, scomparso in misteriose circostanze… Il Mister, basato su fatti realmente accaduti e reinventati sul filo che unisce memoria e letteratura, è un indimenticabile romanzo sul calcio e sulla vita, l’opera che rappresenta l’ideale prosecuzione del discorso narrativo iniziato dal precedente Lettere a Manhattan e segna un nuovo traguardo nella storia di uno dei nostri maggiori scrittori.